Escursione all’Alpe Veglia: dettagli tecnici, tracce gps, foto e consigli utili

Escursione all’Alpe Veglia 

DETTAGLI TECNICI

Svolta in data  23/10/2021
Località di partenzaPonte Campo (1320 m)
Località di arrivoAlpe Veglia (1750 m)
Quota massima 1850 m
Dislivello max500 m
DifficoltàE
Distanza14 km
Durata in movimento 5 ore
Pendenza max26%
Impegno fisico3/5
Copertura della rete cellulare (wind):1/5

INTRODUZIONE 

Il Parco Naturale “Alpe Veglia e Alpe Devero” nasce nel 1978 ed è stato il primo parco regionale del Piemonte. L’area protetta fu instituita per offrire una maggiore tutela alle numerose specie floristiche e faunistiche presenti nell’area. Mette i brividi pensare che negli anni ’60  l’Alpe Veglia fu individuata  dall’ Enel come potenziale area per un enorme bacino idroelettrico, Veglia sarebbe stata cancellata da un lago artificiale. Grazie alla forte protesta degli abitanti della zona e non solo, Veglia fu risparmiata da questo triste destino, toccato invece a molte altre valli dell’alto Piemonte. 

AMBIENTE DEL PARCO 

FLORA

I boschi di larice (Larix decidua) sono predominanti, nel sottobosco, particolarmente diffusi i rododendri (Rhododendron spp.) e i mirtilli (Vaccinium myrtillus).  Insieme ai larici, sono presenti ontani (Alnus spp.), salici (Salix spp.), sorbi (Sorbus spp.) e abeti rossi (Picea abies), rari in questa zona.

FAUNA

Nei Parchi naturali dell’Ossola, “Veglia e Devero” e “Alta Valle Antrona” durante le passeggiate o le escursioni si possono incontrare, soprattutto nelle prime ore del mattino,  diverse specie di mammiferi (più facilmente quelle meno elusive e schive) come marmotte, stambecchi, camosci, cervi, caprioli, volpi, mustelidi (come ermellini, donnole, martore, faine e tassi). E’ possibile anche avvistare rapaci come l’aquila, la poiana, il gheppio, lo sparviero e anche se pur raramente il gipeto (nidificante nella vicina Svizzera) e uccelli quali fagiano di monte, pernice bianca,  coturnice, picchio verde, picchio rosso maggiore, merlo acquaiolo, pettirosso, crociere, stiaccino e molti altri ancora. Molte sono anche le varietà di rettili e anfibi presenti nel Parco quali la viperala lucertola vivipara, il ramarro, il tritone alpestre, la salamandra e la rana temporaria. I Parchi sono anche particolarmente ricchi di insetti tra cui i più vistosi sono sicuramente le farfalle. La specie più rilevante dal punto di vista conservazionistico è l’Erebia christi, la farfalla più rara d’Europa, un lepidottero diurno caratterizzato da un areale distributivo molto ristretto e compreso tra il passo del Sempione, l’alta Valle Antrona l’Alpe Veglia e l’Alpe Devero.

FONTE: Areeprotetteossola.it

CENNI STORICI 

Stando alle ricostruzioni storiche-archeologiche, prima dei pastori, la zona fu frequentata da antiche popolazioni, che vennero alla ricerca di un materiale consono alla costruzione di armi e attrezzi. Essendo l’Ossola scarsa della più utilizzata selce, si ripiegò con successo su altre forme cristalline di quarzo. Tra 8000 e 5000 anni fa, l’attuale pianoro di Veglia era occupato da un lago di origine glaciale. Attorno a questo lago, nei pressi dell’attuale Cianciavero, furono trovati negli anni ’80, alcuni reperti mesolitici, che testimoniano la presenza di insediamenti umani in questa zona. 

QUANDO ANDARE 

Per un’escursione all’ Alpe Veglia è sicuramente indicato il periodo che va dalla tarda primavera all’autunno, periodo tra l’altro meraviglioso per ammirare il foliage.  Per 6 mesi l’anno, Veglia rimane pressochè inaccessibile, il rischio di slavine e valanghe lungo le vie d’accesso è troppo elevato. 

COME ARRIVARE

In auto arrivati a Varzo, lasciate la SS33 e deviate in direzione San Domenico, percorrerete per intero (circa 12 km) la Val Cairasca, alla sua testata sarete ai piedi dell’Alpe Veglia. Superato il centro turistico di San domenico (1410 m) si arriva in località Ponte Campo, qui termina la strada carrabile, il parcheggio è ampio, sull’erba, costo di 4 euro per tutto il giorno.

VIE DI ACCESSO 

Le alternativa per raggiungere la conca dell’Alpe Veglia sono due:

  • Da Ponte campo percorrendo la gippabile (quella fatta da me) 
  • Salendo in seggiovia,  direttamente da San Domenico, all’Alpe Ciamporino (m 1975), da qui il sentiero dei fiori, molto  panoramico, scenderà verso l’ Alpe Veglia (m 1750) 

ALTRE ESCURSIONI IN ZONA 

  • Escursione al Lago bianco 

Luogo di partenza: Veglia Loc. Cornù (1750 m)
Lunghezza: 7 km
Dislivello: 525 m
Tempo: 1h 30
Quota Massima: 2171 m
Difficoltà: E (medio-difficile).
Sentieri: F22 (GTA, Sentiero Italia) – F22a – F99

  • Traversata verso Alpe Devero 

Luogo di partenza: Veglia Loc. Cornù (1740 m)
Lunghezza: 15 km
Dislivello: 1300 m
Tempo : 6h 10
Quota massima: 2450 m
Difficoltà: E (medio-difficile)
Sentieri: F99 

  • Lago d’Avino 

Luogo di partenza: Veglia Loc. Ponte (1740 m)
Luogo di arrivo: Diga sul lago d’Avino (2246 m)
Lunghezza: 5 km
Dislivello: 500 m
Tempo: 2h 30
Difficoltà: E (medio)
Sentieri: F30 – F30a

  • Ghiacciaio Aurona (quello che ne rimane) – Sentiero glaciologico 

Luogo di partenza: Veglia Loc. Cornù (1740 m)
Luogo di arrivo: Ghiacciao Aurona (2600 m)
Lunghezza: 4 km
Dislivello: 900 m
Tempo di percorrenza: 2h 30
Difficoltà: E (medio-difficile)
Sentieri: F28

LA MIA ESCURSIONE ALL’ALPE VEGLIA 

Arrivo all’ampio parcheggio del Ponte Campo intorno alle 8:45, poco dopo località San Domenico, ci sono 3°C. Il costo del parcheggio è di 4 euro per tutto il giorno, parlando col ragazzo del parcheggio, mi dice che pure in agosto, se non si arriva troppo tardi, il posto si trova sempre. Dal parcheggio vedrete l’imponente salita, nonchè la parte più dura del sentiero che vi porterà all’ Alpe Veglia, sono intimorito ma determinato. Proprio dal ponticello antistante al parcheggio, partono due sentieri che si ricongiungeranno poco più in alto, all’andata ho deciso di prendere quello di destra, un pò più sconnesso ma più breve, l’altro, più comodo, passa invece attraverso un boschetto di larici che vi garantirà un pò di ombra. Il percorso ha un fondo che alterna tratti di terra battuta a tratti lastricati.

IL PEGGIO E’ PASSATO

Alle 10,15, dopo 380 metri di dislivello, 2,54 km di distanza, raggiungo la Cappella del Groppallo (1720 m), utilissima per ringrazare tutti i santi per avercela fatta, soprattutto per quelli poco allenati come me, da qui il peggio è passato, il percorso prosegue per altri 30 minuti circa, è quasi tutto pianeggiante, tutto all’ombra, strapiombante sul torrente Cairasca che scorre sul fondo della stretta forra.

FINALMENTE IN PARADISO…

La vista dal pianoro dell’Alpe Veglia mi lascia senza fiato, l’autunno fa tutto il resto, i larici giallo oro fanno da cornice al monte Leone (3553 m) sullo sfondo, per gli amanti della fotografia è il soggetto perfetto, era proprio quello che cercavo. Superato il grazioso ponticello in pietra sul rio Ciaciavero, decido di deviare a sinistra (sentiero F30) e attraversare il piccolo gruppo di case disabitate di Cianciavero, proseguendo dritto invece si continua per il giro corto della piana. Il percorso comincia a salire, ma è facile, adatto a tutti, in mezzo a larici maestosi (alcuni raggiungono i 700 anni di età), rododendri e perfino mirtilli, raggiungo il famoso Lago delle Streghe, totalmente ghiacciato. Proseguendo per il facile percorso si raggiunge il Lago delle Fate, forse più bello del primo, da qui il sentiero comincia a scendere dolcemente verso il pianoro.

Escursione alpe veglia monte leone dalla conca

L’ACQUA FERRUGINOSA 

Raggiunta la località “Ponte” incontro un ragazzo che molto gentilmente mi permette di visitare l’interno della chiesetta della valle, ormai con gli interni smontati in vista dell’inverno. Ho conosciuto pure il simpatico, nonchè unico prete della valle, ci tiene a sottolineare che tutta l’acqua che vedo attorno a me è potabile e mi consiglia inoltre di provare quella ferruginosa che sgorga da una sorgente li vicino (consiglio che ovviamente seguo subito), lui la beve da sempre. La sorgente si raggiunge con un sentiero, poco visibile, in circa 20 minuti dalla chiesetta di Ponte, quello che scorre è solo un rigagnolo, che tinge di rosso vivo le rocce sottostanti, mi avvicino, l’odore pungente di ferro mi fa quasi desistere, ma alla fine l’assaggio, non è per tutti e sicuramente non riuscirei a berla abitualmente. Successivamente approfondisco la questione, il prete aveva ragione su tutta la linea, a quanto pare, questo tipo di acqua viene considerata un elisir naturale che aiuterebbe ad alleviare diverse patologie.

Escursione alpe veglia sorgente acqua ferruginosa

PRANZO ALL’ALBERGO DELLA FONTE 

Dalla sorgente “miracolosa”, ormai sfinito, decido di pranzare in uno dei pochi posti disponibili e soprattutto aperti della valle. Decido per l’albergo della Fonte dove mangio un’ottima polenta gratinata ai formaggi accompagnata da un bicchiere di buon barbera, finisco con un caffè, spendo 17 euro. Nonostante l’abbiocco post prandiale, non esito a proseguire subito la mia escursione. L’ ultima tappa è la cascata della Frua, nonostante il periodo scarso di pioggia. la portata d’acqua è considerevole, sicuramente è un’attrazione da non perdere, anche perchè facilissima da raggiungere. Poco dopo chiudo il percorso ad anello iniziato stamattina.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI 

In alta stagione vi consiglio di fermarvi nella casetta a due piani dell’azienda De Giuli che si trova proprio all’ingresso del pianoro, troverete ottimi formaggi, i loro animali rimangono in alpeggio per tutta l’estate proprio qui all’Alpe Veglia. Finita la stagione dell’alpeggio, se avrete fortuna, potrete trovare un suo banchetto proprio giù al parcheggio. Un altro posto dove poter  acquistare ottimi formaggi, è proprio sul pianoro, presso l’ Azienda Agricola Zanola

RITORNO AL PARCHEGGIO E CONSIDERAZIONI FINALI

Il percorso di ritorno è naturalmente più veloce, arrivo in un’ora al parcheggio seguendo per intero la strada gippabile. Alle 16 sono in macchina, ci sono 9℃, le varie app che utilizzo in escursione mi danno come distanza totale percorsa circa 15 km, sono veramente soddisfatto. E’ un percorso adatto a chi ha un minimo di allenamento, la fatica maggiore è proprio nel primo tratto, dove si raggiungono pendenze del 25% . Volendo fare un paragone con l’affollata Alpe Devero, l’Alpe Veglia è decisamente più selvaggia e solitaria,  proprio perchè il percorso per raggiungerla,  fa un pò da selezione,  al Devero invece  si arriva proprio li in auto.

Il contapassi, alla fine della gita, mi segna 22986 passi. 

TRACCE GPS

  • GOOGLE MAPS

 

    • WIKILOCK

Powered by Wikiloc
  • KAMOOT

 

LETTURE CONSIGLIATE

I cacciatori preistorici dell’Alpe Veglia

Il Sic e Zps “alpi Veglia e Devero-Monte Giove

Un’estate a Veglia con Carlo Casanova pittore 

Dal monte Leone al Basodino – Storia alpinistica delle Alpi Lepontine

PUNTI DI RISTORO E OSPITALITA’ 

 

riferimenti cartografici

C.N.S. No. 1290 – Helsenhorn – 1:25000;

Carta escursionistica Parco Naturale Alpe Veglia e Alpe Devero 1, Regione Piemonte, 1:30000;

Meridiani Montagne, Alpi Veglia, Devero, Valle Antrona n°92 , 1:30000;

Parco Naturale Alpe Veglia e Alpe Devero, Kompass, 1:50000.